L’ultimo capitolo del nostro blog dedicato alle sfide del Fintech in Italia è quello relativo alla concorrenza con la finanza tradizionale, poiché gli operatori storici possono vantare una maggiore fiducia da parte dei clienti, una maggiore capillarità sul territorio e una maggiore capacità di offrire servizi integrati e personalizzati. Tuttavia, negli ultimi due anni è emerso un nuovo e importante fenomeno, la collaborazione tra la finanza tradizionale e le Fintech, con oltre 600 aziende attive nel settore. La collaborazione è vista come un modello che genera maggior valore e sinergie rispetto ai modelli alternativi, ed è alimentata dall'interesse dei principali protagonisti del settore verso le Fintech come fonte di innovazione tecnologica.
I segmenti Fintech più avanzati
Il 5° Osservatorio Fintech PwC Italia, dopo una disamina del mercato italiano in termini di investimenti effettuati da Venture Capital e acceleratori che supportano lo sviluppo dell’ecosistema, inquadra alcuni segmenti del mercato Fintech come più maturi in termini di sviluppo del business e delle collaborazioni con gli intermediari finanziari: si tratta del Lending, il Payment, l’insurtech, il Wealth management e il Regtech. Quest’ultimo, il cui nome viene dalla contrazione di regulation e technology, è l’impiego di strumenti tecnologici a supporto delle procedure di adeguamento, conformità, rispetto di norme, regolamenti, leggi, reportistica e mira ad aiutare le imprese e le organizzazioni non solo a essere sempre in regola con le diverse normative e regolamentazioni, aspetto fondamentale in sistemi altamente burocratici, ma anche a comprendere meglio come le regolamentazioni possono essere utilizzate per migliorare le prestazioni della stessa organizzazione.
I modelli di business delle Fintech, nell’arco di questi ultimi anni, hanno conosciuto una sostanziale evoluzione. Se inizialmente le Fintech si proponevano solo come alternativa al sistema finanziario tradizionale (banche, assicurazioni, gestori di investimenti), oggi molte di queste operano in stretta interrelazione con gli intermediari finanziari, creando un ecosistema di collaborazioni volto a sfruttare le nuove sinergie ad ampliare il portafoglio di prodotti e servizi specialistici.
L'attuale mercato Fintech in Italia
Le intuizioni più recenti sul settore, presenti proprio nel succitato Report dell’Osservatorio Fintech 2023 dicono che solamente in Italia il mercato delle Fintech ha raggiunto una quota pari a 882 milioni di euro ed una corrispettiva crescita del 240% degli investimenti dei Venture Capital rispetto all’intero volume di finanziamenti del 2021. Il contributo di tale crescita, tuttavia, sembra essere merito principalmente di alcuni Mega-Round, vale a dire quelle operazioni di finanziamento di grandi dimensioni, effettuate da investitori di venture capital stranieri volti a selezionare startup che scalano il mercato più rapidamente e che adottano modelli di business distintivi e meno soggetti alla competizione. Senza questi enormi finanziamenti il mercato evidenzierebbe al contrario una stabilità rispetto all’anno passato allineandosi con le tendenze globali. Tra le innumerevoli operazioni in ambito Fintech, nel 2022, si è distinto particolarmente il segmento Payments con le acquisizioni di LIS Holding Spa ad opera di PostePay, del Gruppo Mooney da parte di Enel e del 60% di BCC Paio ad opera del Fondo Strategico Italiano.
Nuovi segmenti in via di sviluppo
Se quello dei Digital Payments, insieme al Lending e all’Insurtech rappresenta un settore già maturo, il mercato delle Fintech sta individuando anche nuovi e promettenti segmenti, ad esempio, quello delle piattaforme e delle soluzioni di intelligenza artificiale per l’automazione dei processi di customer care, KYC, credit scoring insieme a tutte le Fintech in tema di ESG, sulle quali è arrivato il momento di investire in modo più marcato.
Un ultimo ma interessante dato emerso sempre dall’Osservatorio PwC è che Il 79% delle startup Fintech con base in Italia sono situate nel Nord e Milano è al primo posto per imprese Fintech, vantando sul proprio territorio il 54% delle presenze a livello nazionale, concentrando il 70% degli investimenti e confermando la propria vocazione di piazza finanziaria di riferimento per il mercato. L’ulteriore sfida è dunque anche quella di ampliare sul territorio nazionale le zone vocate al Fintech in termini di numeri di aziende e di segmenti.